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IAMISIGO’s AW20 collection,
Creative Direction: Bubu Ogisi,
Photography: Maganga Mwagogo

DECOLONIZING THE GAZEThe Colonial Heritage of Italian and International Fashion Design and Its Impact on the Collective Imagination
 

B&W-Black&White è Partner Culturale e Media Partner di "Decolonizing the Gaze" uno studio partecipativo ed internazionale condotto da Caterina Pecchioli che coniuga estetica, storia e attivismo con il coinvolgimento di stilist3 e artist3 afrodiscendenti ed originari delle ex colonie italiane e olandesi che intende individuare nuovi significati sulle pratiche vestimentarie e politiche del corpo diffusi in epoca coloniale e la loro connessione con l'immaginario collettivo contemporaneo. Affrontando la complessa eredità coloniale partendo dalla cultura materiale.

DECOLONIZING THE GAZE

2022- 2023 (in corso)

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Il progetto, sostenuto dall'Italian Council (11th edition, 2022) propone un’analisi visiva e storica di oggetti di abbigliamento, tessuti ed accessori provenienti dalle ex colonie italiane ed olandesi e conservati nelle collezioni dell’Ex Museo Coloniale di Roma e al Tropenmuseum di Amsterdam.

Il progetto si propone di introdurre una prospettiva italiana all’interno dell'attuale dibattito europeo sulla decolonizzazione della moda e della cultura visuale e sugli usi politici della moda e dell'abbigliamento. Il complesso rapporto tra de-coloniale, heritage, globalizzazione culturale e Made in Italy è affrontato attraverso un programma di workshop e seminari con la collaborazione di istituzioni impegnate sull’argomento a livello internazionale tra Italia, Olanda, Africa e USA.

Fase 1 - Ex Museo Coloniale, Museo delle Civiltà, Roma

Nella prima fase, la ricerca si è indirizzata sugli oggetti della sezione della Mostra Campionaria dell'Ex Museo Coloniale di Roma, custoditi in archivi resi accessibili solo dal 2020 dal Museo delle Civiltà all'EUR. Realizzati in Africa per essere venduti alle fiere coloniali nazionali e internazionali, questi oggetti nascondono forme di sfruttamento coloniale e propaganda commerciale.

VISITA AI DEPOSITI E WORKSHOP

Caterina Pecchioli assieme a fashion designer africani/e attivi/e in Italia e parte della community di B&W, Semhal Tsegaye Abebe, Nosakhare Ekhator e Victor Abbey-Hart,  hanno visitato i depositi e condotto un laboratorio partecipativo concentrato sull'osservazione e studio di capi di abbigliamento e accessori custoditi nei depositi. Sono state indagate le tracce visive, storiche e culturali che hanno influenzato il design di questi oggetti, approfondendo l’impatto del pensiero coloniale sull’estetica degli oggetti e il sistema di significati sociali e visuali veicolati dagli stessi. Parallelamente si è svolto uno scambio sulle scelte di design, degli stilisti coinvolti che propongono modelli capaci di de-costruire la visione Eurocentrica e la narrazione unica.

DECOLONIZING THE GAZE - TALK 

Al laboratorio è seguito un TALK aperto al pubblico dove Semhal Tsegaye Abebe, Nosakhare Ekhator e Victor Abbey-Hart, hanno raccontato gli aspetti di storia personale, visivi, artigianali, culturali ed estetici innescati dall’impatto con questo complesso materiale tangibile.

Alessandra Vaccari, ricercatrice e docente di storia e teoria della moda allo Iuav di Venezia, ha infine introdotto una prospettiva storica sulle pratiche vestimentarie e la politica del corpo durante il Ventennio ed approfondito gli immaginari coloniali nella prospettiva della moda italiana.

Le questioni aperte da questo confronto sono state in particolare:

Quali sono oggi le azioni di riappropriazione e valorizzazione della ricchezza delle culture di origine? Come estrapolare da questi oggetti di sfruttamento coloniale e propaganda commerciale nuovi significati atti a ricodificare il passato coloniale e la sua connessione con la contemporaneità, proponendo modelli capaci di decostruire la visione Eurocentrica e la narrazione unica? In che modo i/le designer africani/e e afro-discendenti lavorano con la presenza sincretica di heritage diversi e quale è l'uso politico della moda e dell’abbigliamento come strumenti di rivendicazione identitaria multipla e nazionale?

In questa fase hanno preso parte e si ringraziano inoltre:

Andrea Viliani (Museo delle Civiltà), Rossana di Lella (Museo delle Civiltà), Matteo Lucchetti (Museo delle Civiltà), Gaia Delpino (Museo delle Civiltà), Enrica Picarelli (Afrosartorialism), Victoria Rodriguez Schon (Politecnico di Milano), Anna Maria Gehnei.

Fase 2 - Tropenmuseum, Amsterdam - Thami Mnyele Foundation Studio - Framer Framed - CBK Zuidoost - Tilburg Textilemuseum

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La seconda parte della ricerca è avvenuta in Olanda e si è concentrata su  ciò che i diversi tessuti e la loro storia raccontano sull'intercultura, sul colonialismo e sull'appropriazione culturale.

LABORATORIO al Thami Mnyele Foundation Studio

Come in Italia, si è svolto un laboratorio partecipativo in collaborazione con la rete della Thami Mnyele Foundation, CBK Zuidoost e Framer Framed, con la partecipazione di fashion designer e artisti africani, afrodiscendenti e originari di paesi con una storia di colonizzazione olandese e con origini miste, quali: Costa d'Avorio, Curasao, Suriname, Sud Africa, Senegal, Inghilterra, Mozambico e Paesi Bassi. Lo scambio si è concentrato sui tessuti legati alla storia personale dei partecipanti e sull'osservazione di oggetti provenienti dalle colonie olandesi presenti nella collezione del Tropenmuseum di Amsterdam. Il Tropenmuseum di Amsterdam, nato con le stesse finalità propagandistiche del Museo Coloniale di Roma, nella sezione "What's the Story" problematizza proprio la moda, attraverso gli oggetti di abbigliamento ed i tessuti, enfatizzando la complessità di definire qualcosa di transitorio, come la tendenza e l'idea statica di abito tradizionale.

Il workshop è stato condotto da Caterina Pecchioli allo Studio della Thami Mnyele Foundation che ha invitato i/le partecipanti a portare un tessuto o indumento significativo della propria storia personale. A partire da questi tessuti legati a storie personali, ha avuto luogo lo scambio, raccolto in una serie di interviste, capaci di evidenziare la complessa interconnessione tra i diversi paesi di provenienza e come la storia personale si intrecci con quella coloniale ed incida sulla costruzione di immaginari collettivi.

Hanno partecipato al workshop ed interviste: Linnemore Nefdt, Carine Mansan Chowanek, Sharelly Emanuelson, Nathalie Ho Kang You, Rhoda Woets, Christine Delha, Noémi Beyer, Siobhan Wall, Zinzi de Brouwer, Moustapha Sylla,

ROUND TABLE - Decolonizing the Gaze : Textile Cultural Heritage vs Colonialism - Cultural Appropriations? a Framer Framed

Un dibattito aperto su ciò che i diversi tessuti e la loro storia raccontano riguardo all'intercultura, al colonialismo e alle appropriazioni culturali.

Le stiliste e i direttrici creative Semhal Tsegaye Abebe​ (Almaz Textile Design), Bubu Ogisi (Iamisigo) e Zinzi de Brouwer (Studio Palha) hanno messo in evidenza iniziative e progetti di design che rivelano la ricchezza del patrimonio tessile africano, ancora poco conosciuto in Europa oggi e il loro legame con la sostenibilità, portando all'attenzione scenari di artigianato e moda non Eurocentrici. Inoltre la stilista e direttrice creativa Zinzi de Brouwer e l'editore e designer Willem van Zoetendaal, hanno offerto uno sguardo sul Dutch Wax e sulle implicazioni dei suoi disegni e messaggi prodotti in Olanda e venduti in Africa - e sulla sua identità complessa e controversa. Questi tessuti, spesso utilizzati nelle collezioni di designerà Africani o Afro-discendenti presentano immagini e messaggi che sono come archivi di significati che raccontano un rapporto ambiguo legato al periodo coloniale europeo.

Alcuni dei temi portati alla discussione sono emersi dal workshop, da interviste raccolte su questi temi da Caterina Pecchioli e Roxane Mbanga tra Amsterdam e Parigi e dallo studio sul tessuto condotto da Caterina Pecchioli al Tilburg Textile Museum, la più grande libreria specializzata in tessuto in Olanda, per approfondire gli aspetti coloniali legati alla storia dei tessuti.

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le programme

Credits:

"Decolonizing the Gaze" è sostenuto dall'Italian Council XI (2022), programma di promozione internazionale dell’arte italiana della Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura.

Progetto e Ideazione: Caterina Pecchioli

Consulente Scientifica: Enrica Picarelli

Con la partecipazione di:

Semhal Tsegaye Victor Abbey-hart, Delvin Nosakhare Ekhator, Alessandra Vaccari, Zinzi de Brouwer, Bubu Ogisi, Moustapha Sylla, Willem van Zoetendaal, Roxane Mbanga, Linnemore Nefdt, Carine Mansan Chowanek, Sharelly Emanuelson, Nathalie Ho Kang You, Rhoda Woets, Christine Delha, Noémi Beyer, Siobhan Wall.

Partner Culturali:

Africa e Mediterraneo Magazine, Afrosartorialism, B&W - Black&White, The Migrant Trend, CBK Zuidoost, Framer Framed,  Georgetown University, Istituto Italiano di Cultura di Addis Abeba, Moleskine Foundation, Nation25, Politecnico di Milano, Thami Mnyele Foundation, Università Iuav di Venezia, Università Orientale di Napoli.

Grazie a:

Andrea Viliani (Museo delle Civiltà), Rossana Di Lella (Museo delle Civiltà), Matteo Lucchetti (Museo delle Civiltà), Gaia Delpino (Museo delle Civiltà), Pauline Burmaan (Thami Mnyele Foundation), Linnemore Nefdt (Thami Mnyele Foundation), Lydia Markaki (Framer Framed), Annet Zondervan (CBK Zuidoost),  Judith Van Der Kooij (Thami Mnyele Foundation), Jantiene van Elk (Tilburg Textielmuseum), Victoria Rodriguez Schon (Politecnico di Milano), Tania Gianesin (Moleskine Foundation, Adama Sanneh (Moleskine Foundation), Christiaan Bastiaans, Semen Kumurzhi (IIC Addis Abeba), Nicoletta Pireddu (Georgetown University), Daan van Dartel (Tropenmuseum), Kwanza Musi Dos Santos (Questa è Roma).

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